domenica 28 aprile 2019

IL FENOMENO DEL BULLISMO (PSICOLOGIA)

la definizione e le caratteristiche
Il termine "bullismo" indica un particolare fenomeno di deviazione relazionale tra pari, ovvero tra coetanei.
L'espressione è stata usata per la prima volta dallo psicologo svedese Dan Olweus per definire il comportamento di alcuni studenti che deliberatamente escludevano e aggredivano i loro coetanei più indifesi.
Il fenomeno del bullismo raggruppa forme di violenza e sopraffazione.
Il cosiddetto "bullo" è protagonista di continui atti di prevaricazione ai danni di un soggetto che si ritrova ad assumere il ruolo della vittima.
I bulli assumono comportamenti persecutori per il desiderio deliberato di dominare il coetaneo e di fargli del male sia sotto l'aspetto fisico che psicologico.

le diverse manifestazioni
Vi sono due tipi di comportamento :
- i "metodi diretti" : l'umiliazione, le minacce, l'aggressione fisica,...
- i "metodi indiretti" : pettegolezzi, umiliazioni verbali e isolamento,...

il bullismo in rete
E' un fenomeno denominato cyberbullismo.
I cyberbulli tra i 10 e i 16 anni sono studenti del tutto incapaci di valutare la gravità delle proprie azioni offensive.
I ragazzi con queste caratteristiche usano la rete come luogo di assoluta vendetta fino a mettere in atto vere e proprie violenze psicologiche.

caratteristiche del bullo e fattori del suo comportamento
E' possibile individuare tre tipologie di bulli .
- il "bullo aggressivo " : impulsivo, sicuro di se, indifferente ai sentimenti altrui,..
- il "bullo ansioso" : psicologicamente fragile, insicuro, poco amichevole,...
- il "bullo passivo" : non particolarmente aggressivo, si aggrega al gruppo e assiste alle violenze messe in atto piuttosto che parteciparci direttamente.

le possibili soluzioni, per vittime e "carnefici"
La scuola può avere un ruolo di rilievo nella prevenzione del bullismo, promuovendo la cultura del rispetto e della solidarietà, coinvolgendo le famiglie per favorire la comunicazione e aiutando le vittime e carnefici a sentirsi meno soli.
E' indispensabile infatti che la scuola sanzioni i comportamenti non accettabili attraverso forme di punizione esemplare.

venerdì 26 aprile 2019

LA CRISI (PSICOLOGIA)

i diversi significati di crisi
Quando si parla di adolescenza spesso vi si associa il concetto di crisi.
La crisi va intesa in senso evolutivo, ovvero come evento produttivo, in quanto l'adolescenza è un momento di separazione e di passaggio : dalla pubertà all'età adulta.
Il termine crisi può anche riferirsi ad una perturbazione temporanea dei meccanismi che regolano un certo sistema, dunque può rappresentare un evento che favorisce lo sviluppo di uno stato patologico.
La crisi è infatti definita come una fase temporanea di disequilibrio e di sostituzioni rapide.
L'evoluzione della fase di crisi sarà poi variabile e dipenderà da fattori sia interni che esterni.

domenica 7 aprile 2019

GEORG SIMMEL (SOCIOLOGIA)

la sociologia formale
Georg Simmel fu uno dei padri fondatori della sociologia.
Egli studiò lo sviluppo delle città e delle metropoli europee.
Per la sociologia una disciplina indipendente egli ricorre alla contrapposizione tra forma e contenuto.
Si dedicò in modo particolare allo studio della sociologia formale.

la cultura metropolitana
Simmel è il primo studioso dei fenomeni sociali caratteristici degli enormi agglomerati metropolitani formatisi in seguito all'industrializzazione. Proprio grazie a questo si sviluppa la sociologia formale.
La città è il luogo in cui la razionalizzazione della società moderna e la divisione del lavoro raggiungono forme estreme.
Nella metropoli siamo a tal punto bombardati di stimoli sempre nuovi che siamo costretti a sviluppare una forma di indifferenza sistematica per ciò che ci accade intorno per gli avvenimenti, per le persone e per la loro vita.


la moda
Il fenomeno della moda è caratteristico del mondo dell'abbigliamento e non solo. Infatti la moda può anche caratterizzare uno sport, un genere musicale,...
La moda nasce da una spinta all'imitazione.
Contrariamente però la moda è anche un meccanismo attraverso il quale una determinata persona può distinguersi dalla massa e introdurre nuove mode.


il denaro
Per l'economia classica il valore di un bene si determina in funzione del suo livello di scarsità. Per Simmel invece le riflessioni sono completamente diverse. La relazione tra gli esseri umani è dominata dallo scambio. E' quindi la relazione che da valore a un determinato oggetto .
Il denaro è lo strumento base dell'oggettivazione del valore delle cose

VILFREDO PARETO (SOCIOLOGIA)

comportamenti razionali e irrazionali
Vilfredo Pareto era uno studioso italiano che visse per un lungo periodo a Parigi.
Si era occupato dei comportamenti economicamente razionali dei soggetti sociali, cioè di quelle azioni che permettono di ottenere il massimo di benessere possibile col minimo dispendio nel contesto di certe condizioni prefissate.
Pareto individuò nella sociologia la scienza in grado di studiare e spiegare quei comportamenti irrazionali che costituiscono gran parte dell'agire sociale e che sfuggono all'osservazione dell'economia.

l'azione logica
Pareto introduce il concetto di azione logica consistente nel raggiugere il fine col dispendio minore.
Perché l'azione sia realmente logica è necessario che il rapporto oggettivo tra mezzi e fine (quello esistente nella realtà) corrisponda al rapporto soggettivo tra mezzi e fine (quello esistente nella mente del soggetto che agisce ).

le azioni non logiche
Le azioni "non-logiche" sono azioni assurde, illogiche e sconclusionate.
Esse non consentono di raggiungere lo scopo in maniera efficiente.
Il comportamento umano in società è il più delle volte irrazionale.

l'èlite
Coloro che riescono ad agire in maniera logica ottengono un vantaggio importante nei confronti di tutti gli altri.
L'èlite è un gruppo ristretto di persone al quale, al contrario delle altre, vengono attribuite specifiche o generiche superiorità in fatto di raffinatezza, ricchezza e livello sociale.

i pochi prevalgono sui molti
Con la parola èlite, Pareto si riferisce a due cose completamente diverse.
Una è un insieme circoscritto di persone che hanno avuto successo nella scalata della vetta lavorativa, ovvero nel mondo professionale.
L'altra invece coincide con l'esiguo numero di individui che esercitano funzioni di governo in una nazione. Pareto cerca di presentare una categoria sociale in maniera neutrale : i pochi prevalgono sui molti.
Con il termine "pochi" si riferisce chiaramente all'èite. Mentre con la parola "molti" si riferisce alla massa. L'èite può quindi costringere o coinvolgere la massa a ubbidirle.

elite e lotta di classe
Per spiegare in maniera convincente il problema, non è necessario soffermarsi sulla presunta necessità .
Allo stesso modo anche la lotta degli operai non porterà all'istituzione di una società senza classi ma al dominio di una nuova elite.
Per Pareto le strade sono due : o si eliminano i nuovi capi rivoluzionari o li si assorbe nella vecchia elite, evitando ulteriori rivoluzioni.

L'AUTISMO : UNA PSICOSI INFANTILE (PSICOLOGIA)

la psicosi più temuta
La psicosi più temuta è sicuramente l'autismo.
Il termine autismo fu coniato nel 1911 per descrivere individui completamente assorbiti dalle proprie esperienze interiori.
La sindrome autistica è una forma di psicosi molto rara la cui sintomatologia è contrassegnata dal profondo isolamento sociale.

cause organiche, biologiche e psicologiche
Le cause organiche dell'autismo sono riconducibili a delle anomalie in alcune aree cerebrali.
La causa dell'autismo è da ricercare nella freddezza e nel distacco dei genitori.
Lo psichiatra Bruno Bettelheim assume una posizione intermedia che supera la contrapposizione fra l'origine organica e quella psichica dell'autismo.
E' necessario e essenziale che il cervello del bambino sia stimolato dalle esperienze sensorio-affettive perché le funzioni cognitive e le capacità relazionali si sviluppino.

i comportamenti del bambino autistico
I neonati autistici mostrano comportamenti di totale indifferenza verso il mondo esterno.
Durante i primi mesi di vita i bambini autistici passano da stati di apatia a stati di estrema agitazione. La maggioranza di loro diventano anaffettivi : non sorridono, non oppongono situazioni d'affetto, non hanno interesse nei confronti altrui,...

le conseguenze sullo sviluppo
Nel corso dell'infanzia i bambini autistici mostrano, rispetto ai coetanei, notevoli difficoltà nella comunicazione, nella socializzazione e nella percezione emotiva. In questo periodo iniziano a manifestarsi comportamenti disfunzionali. I bambini autistici tendono a mantenere il loro ambiente costante e vi si presenta un comportamento ripetitivo.

IL BAMBINO ANSIOSO E LE SUE FOBIE (PSICOLOGIA)

l'ansia nel confronto con l'esterno
L'ansia è considerata un momento di autopreoccupazione, caratterizzata da dubbi e svalutazioni nei confronti di se stessi.
La scuola diventa il luogo in cui bambini maturano la loro ansia.

i segnali dello stato d'ansia a scuola
Il bambino, il più delle volte, manifesta il suo stato ansioso tramite l'irritabilità, altre volte con sintomi somatici come il vomito, la diarrea, il pianto e la sudorazione.
Vi si ha una distrazione e un sovraffollamento di pensieri.

il ruolo del contesto familiare
Il disturbo emotivo di un bambino è riconducibile all'individuo ma esso è generalmente il prodotto dell'ambiente famigliare in cui vive.
Nascono fobie e disagi evidenti all'interno del bambino.

LA DEPRESSIONE NEI BAMBINI (PSICOLOGIA)

una pericolosa patologia infantile
La depressione è un'alterazione del tono dell'umore verso forme di tristezza caratterizzate da un notevole abbassamento dell'autostima e una tendenza all'autopunizione.
Se le persone tentano di vincere questa malattia chiedendo aiuto, i bambini non hanno le risorse interne per farlo.

i danni per lo sviluppo della personalità
I bambini depressi non riescono a divertirsi, non giocano e non instaurano sani rapporti interpersonali. Vi è un'autosvalutazione, un distacco dai genitori e amici.
La maggior parte delle volte vi è anche una mancanza d'assistenza da parte dei genitori.

i sintomi emotivi
Il sintomo emotivo più forte nel caso di depressione è la tristezza. Vi sono pianti emotivi, rabbia e perdita della risposta di piacere e soprattutto perdita di allegria. Non ci si sente amati, un autocommiserazione.

i sintomi cognitivi, fisici e neurovegetativi
I sintomi cognitivi fanno in modo che il bambino depresso tenda a valutare negativamente le proprie risorse favorendo ad un notevole abbassamento dell'autostima.
Tra i sintomi fisici e neurovegetativi si annoverano invece l'affaticamento, concentrazione bassa, cambiamento di appetito, perdita di peso, dolori, malesseri, disturbi del sonno.